Proposta per un progetto di miglioramento del sistema educativo e di istruzione

L’Associazione di volontariato “San Tommaso in Ponte” si è costituita nel novembre 2019 con l’obiettivo di contribuire alla lotta alle nuove povertà, in particolare a quella educativa e culturale. Tra i suoi soci e volontari vi sono diversi docenti andati in pensione da poco o da più anni che hanno deciso di continuare, per quanto possibile, ad offrire una parte del proprio tempo e delle loro competenze, in modo disinteressato, al mondo della scuola, sia direttamente agli studenti in difficoltà, sia ai docenti per supportarli nel loro compito di istruire e formare le nuove generazioni, sia ancora alle diverse istituzioni che hanno competenza su istruzione e formazione. 

Nelle nostre riflessioni all’interno dell’Associazione è apparso evidente come una delle debolezze degli attori che si muovono nel settore sia la scarsa conoscenza “scientifica”, cioè basata su dati oggettivi, condivisi e storicizzati che consentano di condividere le criticità del sistema scolastico locale, di progettare interventi adeguati a tali criticità e misurare poi l’efficacia egli interventi messi in atto. Per questo già nei mesi di Gennaio e Febbraio 2020 abbiamo iniziato, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, un percorso di coinvolgimento dei dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi, a partire da quelli della città di Pisa nella quale operiamo come associazione, percorso interrotto poi a causa dell’esplosione della pandemia. Seppure con grosse difficoltà logistiche, l’Associazione ha continuato a muoversi su vari settori ed in particolare è stato avviato un doposcuola per i ragazzi con fragilità della scuola secondaria di I grado dell’I.C. “Gamerra” di Putignano-Riglione, ma è nostra intenzione riprendere il percorso di supporto alle istituzioni (Scuole ed EELL) che si occupano dell’istruzione e della formazione dei nostri giovani. È con questo intento che abbiamo sviluppato il progetto che di seguito descriviamo. Si premettono alcuni riferimenti alla legislazione regionale e nazionale.

 

Il sistema di istruzione e formazione in Italia si caratterizza per livelli ancora troppo alti di ritardi e abbandoni precoci nei percorsi che gli alunni intraprendono, con punte di dispersione che in alcune Regioni superano abbondantemente il 20%, mentre l’obiettivo che l’Europa si è data già da oltre un decennio è di non superare il 10%.
La Regione Toscana si è data una normativa (LR 32/2002) per supportare il sistema scolastico, educativo e formativo al fine di rientrare il prima possibile negli obiettivi europei, degni di un Paese avanzato come il nostro. 

All’art.1 “la presente legge disciplina gli interventi che la Regione Toscana promuove per lo sviluppo dell’educazione, dell’istruzione, dell’orientamento, della formazione professionale e dell’occupazione, al fine di costruire un sistema regionale integrato che garantisca, in coerenza con le strategie dell’Unione europea per lo sviluppo delle risorse umane, la piena realizzazione della libertà individuale e dell’integrazione sociale, nonché il diritto all’orientamento e all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita quale fondamento necessario per il diritto allo studio e il diritto al lavoro.”

La legge riguarda tutto il percorso educativo nella fascia 0 – 6 anni, il percorso di istruzione e i percorsi di formazione e apprendistato, fino a quello universitario e poi anche alla formazione. 
Per rendere effettivi i servizi nel settore dell’istruzione (prevede) in particolare:
a) la programmazione dell’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale;
b) la programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali di cui all’ articolo 29, comma 2, assicurando il coordinamento con la programmazione di cui alla lettera a);
c) la suddivisione, anche sulla base delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell’offerta formativa;
d) la determinazione del calendario scolastico.”

e un sistema organizzativo che coinvolga tutte le diverse istituzioni che a vario titolo hanno competenze sul sistema, in particolare all’art. 6bis, si dice che, complessivamente, al miglioramento dei servizi di istruzione “ concorrono:

a) le conferenze zonali per l’educazione e l’istruzione;
b) le province e la città metropolitana;
c) la conferenza regionale per l’educazione, l’istruzione e la formazione;
d) la Regione.”

In particolare ogni Conferenza zonale (art. 6ter)

 “è composta da tutti i sindaci o assessori delegati di ciascuna zona socio-sanitaria” e “garantisce la partecipazione delle rappresentanze di:

 a) istituzione scolastiche autonome, anche attraverso le reti di scuole di cui al comma 6;
b) scuole paritarie private e degli enti locali;
c) province e città metropolitana per le materie di competenza.

6. Le reti di scuole, costituite ai sensi dell’articolo 7 del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1999, n. 59), rappresentano almeno il 50 per cento delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado presenti sul territorio della zona socio-sanitaria.

7. La conferenza zonale assicura altresì la partecipazione delle parti sociali, con particolare riferimento alle organizzazioni sindacali di categoria per ciò che concerne le modalità di assegnazione e mobilità del personale.”

Come si evince da quanto sopra, la pietra miliare di tutto il sistema è la Zona Educativa, costituita da Sindaci ed Assessori di quel territorio ma che, nell’operare, si avvale del mondo della scuola nelle sue diverse forme rappresentative.
Questa chiamata delle diverse istituzioni al miglioramento del sistema dell’istruzione, la Regione la mette in atto fornendo risorse economiche che si sostanziano, per prima cosa, in una parte finanziaria destinata a progetti specifici di miglioramento del sistema di istruzione della Zona, delineati all’art. 7bis:

a) la programmazione della rete scolastica;
b) la realizzazione di interventi integrati di orientamento scolastico e professionale;
c) la promozione di azioni tese a realizzare le pari opportunità in materia di istruzione e formazione;
d) la promozione di azioni di supporto volte a sostenere la coerenza e la continuità verticale e orizzontale tra i diversi gradi e ordini di scuole;
e) la promozione di interventi perequativi;
f) la realizzazione di interventi integrati per la prevenzione della dispersione scolastica, per l’educazione alla salute, nonché per la programmazione dei finanziamenti agli enti locali e la razionalizzazione dei servizi di trasporto scolastico;
g) l’educazione degli adulti.

La messa a disposizione di consistenti risorse finanziarie (fino ad oggi tra i 5 e i 6 milioni di euro annui) è sicuramente importante, ma l’estensore di tale norma, la suddetta LR 32, ben comprende che da sole tali risorse potrebbero non produrre i miglioramenti sperati se non correttamente utilizzate per aggredire le diverse criticità che si manifestano nei diversi territori, con azioni efficaci ed efficienti. 
L’art. 7bis è dedicato proprio alla costruzione, da parte della Regione, dell’anagrafe regionale degli studenti che frequentano i servizi di istruzione, formazione ed apprendistato, considerata questa lo strumento fondamentale per consentire alle istituzioni che partecipano alle Zone educative di:
– individuare in modo condiviso le criticità del sistema locale di istruzione e formazione;
– stendere progetti di Zona il più possibile efficaci ed efficienti finalizzati al miglioramento dell’istruzione e formazione;
– verificare se i progetti messi in atto hanno sortito gli effetti sperati.

L’anagrafe regionale si è basata inizialmente su anagrafi provinciali nate durante il primo decennio di questo secolo; successivamente la Regione Toscana ha deciso di assumersi direttamente l’onere della costruzione regionale ed è così che dal 2010 questo strumento esiste a livello regionale. 

Essa “contiene gli elementi conoscitivi necessari a garantire, a livello regionale, l’adempimento delle competenze in materia di diritto-dovere all’istruzione e alla formazione”. Riteniamo che sia importante che la Regione fornisca(?) Mi sembrerebbe coerente con quanto si dice dopo (comitato tecnico ecc): favorisca lo studio e l’individuazione a livello di ad ogni istituzione che partecipa alla Zona educativa di un pacchetto di indicatori utili a capire quali sono le criticità del sistema scolastico relative ai cittadini-studenti residenti nel proprio territorio (Comuni, province, Città metropolitana) o agli studenti frequentanti la propria scuola (Istituzioni scolastiche o reti di scuole). Solo così si potrà consentire ad ognuna di esse di partecipare in modo consapevole al miglioramento del sistema. 

Qui si apre la questione della identificazione degli indicatori utili ad elencare le criticità del sistema scolastico locale. Per prima cosa, essi debbono essere individuati sulla base delle competenze di ogni istituzione; servono poi serie storiche che consentano di capire l’evoluzione del tempo di tali criticità. Le serie storiche servono inoltre ad un altro punto strategico relativo ai progetti su cui si investe: capire se gli interventi messi in atto producono i cambiamenti sperati, così da abbandonare progetti che non li producono oppure modificarli o farne altri di nuovi. Questa verifica è di fondamentale importanza per un uso efficace delle risorse pubbliche investite, dato che oggi la Regione e le Zone senza questi indicatori non hanno nessuna certezza della bontà dell’uso delle risorse fatto. Per giungere alla definizione degli indicatori da utilizzare, sembra opportuno costituire un Comitato Tecnico Zonale, all’interno del quale siano presenti rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte a partire dal CRED (centro ricerca educativa della Società della Salute).

La legge 32/02 propone anche soluzioni utili ad attuare le importanti competenze assegnate dal d.lgs 76/05 che riguardano il controllo sull’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e alla formazione:

(Vigilanza sull’assolvimento del diritto-dovere e sanzioni)

Responsabili dell’adempimento del dovere di istruzione e formazione sono i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne facciano le veci, che sono tenuti ad iscriverli alle istituzioni scolastiche o formative.
Alla vigilanza sull’adempimento del dovere di istruzione e formazione, anche sulla base dei dati forniti dalle anagrafi degli studenti di cui all’articolo 3, così come previsto dal presente decreto, provvedono:

– il Comune, ove hanno la residenza i giovani che sono soggetti al predetto dovere;
– il dirigente dell’istituzione scolastica o il responsabile dell’istituzione formativa presso la quale sono iscritti ovvero   abbiano fatto richiesta di iscrizione gli studenti tenuti ad assolvere al predetto dovere;
– la Provincia, attraverso i servizi per l’impiego in relazione alle funzioni di loro competenza a livello territoriale;
– i soggetti che assumono, con il contratto di apprendistato di cui all’articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, i giovani tenuti all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, nonché il tutore aziendale di cui al comma 4, lettera f), del predetto articolo e i soggetti competenti allo svolgimento delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro, di cui al decreto legislativo 23 aprile 2004, n.124.

In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si applicano a carico dei responsabili le sanzioni relative al mancato assolvimento dell’obbligo scolastico previsto dalle norme previgenti.

L’evasione e l’abbandono dei percorsi scolastici e formativi sono la parte più eclatante della dispersione scolastica che si vuole combattere. Tradizionalmente, i Comuni verificano che i giovani giunti a 6 anni di età siano iscritti a scuola, ma tale verifica si ferma a questo livello. L’obbligo scolastico e formativo arriva ormai fino ai 18 anni per cui i Comuni dovrebbero verificare che tutti i propri residenti compresi in questa fascia di età (da 6 a 18 anni) siano iscritti a percorsi scolastici o formativi, inviando alle scuole del proprio territorio i dati di tutti i bambini/ragazzi in età scolare che acquisiscono la residenza in quel Comune. Ciò non viene fatto, ma la LR 32 all’art. 7bis dice che:

 “Al fine di promuovere azioni per il successo formativo e la prevenzione degli abbandoni, l’anagrafe regionale degli studenti si raccorda:

a) con le anagrafi comunali della popolazione, anche per la vigilanza sull’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente in materia;
b) con il sistema informativo regionale del lavoro.

7. La Giunta regionale, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di trattamento dei dati personali, rende disponibili agli enti locali, per lo svolgimento delle finalità istituzionali degli stessi, i dati personali contenuti nell’anagrafe regionale degli studenti.”

Anche queste potenzialità dell’anagrafe regionale non hanno trovato attuazione e questi servizi agli EELL non sono mai stati forniti.

 

La nostra proposta alla Zona Educativa è di progettare con la Regione una sperimentazione per la fornitura di un pacchetto di indicatori utili e necessari ad individuare le criticità del sistema scolastico e formativo del nostro territorio, con riguardo alle istituzioni che la LR 32 prevede partecipino alla costruzione annuale dei PEZ (Progetti Educativi Zonali). Tali indicatori dovrebbero essere di aiuto anche ad esercitare le competenze che ogni istituzione suddetta ha, con particolare riguardo all’abbassamento dell’insuccesso scolastico e della dispersione, al fine di migliorare efficacia ed efficienza del sistema di istruzione e formazione.

La Zona darà il compito al Comitato Tecnico, appositamente costituito, di:

– indicare un pannello di indicatori deducibili in prima istanza dall’anagrafe regionale degli studenti e poi, una volta integrata coi dati dei percorsi formativi e di apprendistato, dall’anagrafe completa;
– confrontarsi con scuole ed EELL per analizzare e valutare le criticità che da tali indicatori emergono localmente e per l’intera Zona;
– finanziare, nei limiti delle risorse disponibili, progetti che motivatamente aggrediscano tali criticità.

La Zona potrà avvalersi anche delle università pisane, dell’Ufficio scolastico provinciale e di soggetti che possono dare un contributo a quanto proposto, provenienti anche dalle associazioni del Terzo Settore e dal mondo del volontariato.

 

Le competenze presenti attualmente nella nostra Associazione ci consentono di dare a scuole ed EELL i seguenti supporti:

individuare pannelli di indicatori, provenienti prima di tutto dall’anagrafe regionale degli studenti, in grado di indicare in modo dettagliato le criticità del sistema scolastico locale (per Istituzione scolastica, per Comune di residenza degli alunni ma anche per Zona educativa e per Provincia); 

individuare altre fonti/dati che possano fornire indicatori utili a completare il dettaglio delle criticità ma che non siano disponibili per l’anagrafe regionale;

supportare le Istituzioni (docenti e dirigenti delle Scuole, personale degli EELL) nel “leggere” gli indicatori per trasformarli in progetti di miglioramento;

individuare gli indicatori di risultato dei progetti avviati che consentano di misurare e valutare la bontà delle azioni messe in atto con quei progetti;

collaborare con l’Università di Pisa nelle sue diverse e specifiche competenze (CAFRE, Scienze della Formazione, altre) per sviluppare, insieme alle scuole del territorio, progetti mirati e tarati sulle criticità presenti, grazie alle diverse figure e competenze presenti nell’Associazione e nella convinzione che la formazione del personale scolastico sia particolarmente importante per aumentare il successo scolastico e formativo degli alunni. 

 
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