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APPROFONDIMENTI

L’articolazione del progetto: “Dopo Scuola” 

Quadro generale

Tra le povertà da aggredire per migliorare la vita dei soggetti più fragili, italiani e non, il progetto prevede la lotta all’insuccesso scolastico e alla dispersione, che sono una oggettiva conseguenza della povertà nelle sue molteplici valenze. Questi due fenomeni sono tanto più preoccupanti in quanto si manifestano nei giovani e giovanissimi studenti ed è particolarmente importante perché si ripercuote poi per tutto l’arco della loro vita. Chi interrompe gli studi prima del raggiungimento di un diploma di scuola media di II grado avrà problemi di lavoro sia per la difficoltà di trovarne uno, sia per la capacità di aggiornare le sue capacità di adeguarsi all’evoluzione tecnologica che un lavoro richiede nel tempo. La percentuale di alunni che non arrivano al diploma, nella nostra provincia, è quasi del 30% della leva (dati Osservatorio Scolastico Provinciale) ed è quindi molto, troppo alta, per un paese che si colloca in Europa e tra le prime sette potenze mondiali dal punto di vista della produzione manifatturiera.

Da fonte MIUR l’esito degli scrutini per anno di corso degli studenti con cittadinanza italiana e non, è del 21% non ammessi a giugno ed il 26,3% non ammessi all’esame finale. Dal rapporto Caritas Italiana emerge che per giovani tra i 18 e i 34 anni ascoltati (fuori dal circuito formativo e scolastico) il 60,9% possiede solo la licenza media; il 7,5% può contare appena sulla licenza elementare. I dati nazionali dei centri di ascolto, oltre a confermare una forte correlazione tra livelli di istruzione e povertà economica, dimostrano anche una associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà.

Fermo restando che sono lo Stato e la scuola che debbono provvedere a migliorare questi dati e portare ogni bambino in un percorso che arrivi al diploma, come del resto auspicato già dalla conferenza di Lisbona del 2000 e la successiva del 2010, la domanda che ci siamo posti con questo progetto è quello di capire cosa possiamo fare per aiutare a raggiungere questo obiettivo di studio ma non solo: come contribuire a dargli strumenti per correre alla pari con chi si trova in condizioni socio-economiche e culturali migliori.

Nelle nuove leve di alunni chi non riesce ad arrivare ad un diploma fa parte dei “nuovi poveri” o quanto meno dei soggetti più fragili o popolerà la così detta “zona grigia” ma si possono distinguere quattro livelli:

  1. coloro che comunque riescono a raggiungere una qualifica professionale;
  2. chi arriva solo alla licenza media;
  3. chi non arriva alla licenza media ma è almeno alfabetizzato;
  4. chi è analfabeta.

È evidente che nel primo caso hanno un livello di istruzione basso e finalizzato a particolari professioni ma hanno comunque, se inseriti nel mondo del lavoro, possibilità di far evolvere il loro mestiere con l’avanzamento tecnologico, mentre man mano che si scende nella scala sopra indicata diventa sempre più difficile per loro trovare un lavoro e tanto meno si riesce a farla evolvere rispetto ai bisogni tecnologici. Il nostro progetto si propone di aiutare i giovani a migliorare le loro condizioni di studio, le loro capacità di apprendimento, stimolare la loro curiosità e quindi favorire una crescita culturale complessiva, in particolare di coloro che si trovano nelle categorie ora elencate.

Azioni

Potrebbero essere messe in atto, con supporto professionale adeguato, tre tipologie di azioni con l’obiettivo di creare un’integrazione fra le stesse.

Dispersione e abbandono scolastico

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